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Albania

Betania pone le fondamenta nel 1998 della prima missione all’estero in Albania, dopo un viaggio in quella Nazione, che ha permesso alla Fondatrice di toccare con mano le condizioni di miseria della popolazione. È l’incontro concreto con queste nuove povertà così vicine all’Italia che convincono l’Associazione a intraprendere un nuovo percorso di solidarietà che porterà i primi volontari ad iniziare l’opera. All’arrivo in quella terra, Antonia e i volontari che l’accompagnano, si trovano di fronte ad una dura realtà che conferma la veridicità dei racconti dei tanti ragazzi albanesi, minori non accompagnati, accolti nelle strutture italiane di Betania che la spingono a visitare il paese per aiutare la popolazione.

Albania

  • ACCOGLIENZA

    All’inizio del 1999 nel paese di Bubq Fushe Kruje, a circa 30 Km da Tirana, in una delle zone rurali più povere, viene affittata la prima casa dove sono subito accolti bambini strappati dalla miseria, vittime di abbandoni, soprusi, violenza, orfani o con uno solo dei genitori.La gestione è affidata a volontari, missionari laici italiani, che decidono di trasferirsi per portare avanti l’opera.L’originaria struttura diventa molto presto, troppo piccola a causa delle continue richieste di accoglienza.
  • “VILLAGGIO BETANIA” DI BUBQ

    Dopo l’acquisto di un terreno a qualche Km dalla prima comunità, si pensa a nuove opportunità: nasce con il sacrificio di tutti il primo nucleo del “Villaggio Betania”, formato da 10 “casette”, donate da un benefattore.  Dalla prima casa i bambini accolti vengono trasferiti nelle “CASETTE” suddivisi per età e sesso.  Dall’Italia vengono inviati quando è possibile, camion di aiuti umanitari: carichi di generi alimentari, vestiario, mobilio, materassi, carrozzine per invalidi ecc. Questo materiale serve in parte alle necessità della comunità, in parte a dare aiuto alle famiglie bisognose provenienti da molti villaggi vicini: sono già oltre 1.500 i nuclei che ricevono un sostegno concreto e continuativo.

    Il villaggio  viene inaugurato il giorno 14 giugno 2005 dal Presidente della Repubblica Albanese, alla presenza dell’Arcivescovo di Durazzo e Tirana e di altre autorità che hanno presenziato alla cerimonia. Ma ben presto le richieste di accoglienza e di aiuto si moltiplicano. L’Associazione decide di aumentare l’impegno in terra albanese. Nasce così il progetto di accogliere bambini e ragazzi di età compresa tra gli 0 e i 18 anni, con la costruzione di un grande edificio, chiamato “Casa degli Angeli” – così hanno voluto i bambini – . Nel 2007 la “Casa degli Angeli” è ultimata: all’interno si trovano gli uffici dell’Associazione, la cucina e la mensa che servono a tutto il villaggio una scuola interna per i piccoli ospiti dai 3 ai 5 anni, oltre alla parte residenziale.
  • CHIESA DI S. ANTONIO DI PADOVA

    La costruzione della chiesa è iniziata il 26 gennaio 2007 con la benedizione e la posa della prima pietra ad opera dell’Arcivescovo della Diocesi di Durazzo e Tirana, Mons. Rrok Mirdita. La chiesa, dedicata a Sant’Antonio da Padova, protettore di tutta l’opera, è stata voluta dalla Presidente dell’Associazione Betania e dai suoi volontari, ed è considerata il completamento di tutto il villaggio realizzato nel corso di un lungo decennio di duro lavoro e sacrificio.  Il 16 Maggio 2009, Mons. Mirdita ha consacrato la chiesa con una bellissima e festosa cerimonia a cui hanno partecipato gli abitanti dei villaggi limitrofi.  Così la Casa di Dio può accogliere coloro che Lo cercano, in un territorio dove le chiese sono poche.

    In occasione della visita apostolica di Papa Francesco in Albania, la missione di Bubq Fushe Kruje, è stata la Lui scelta per incontrare una realtà caritativa operante sul territorio, che avesse anche la specifica caratteristica di promuove-re e vivere concretamente una vera integrazione tra le diverse religioni. Infatti la comunità si trova in una zona prevalentemente musulmana. La presenza del Santo Padre ha riunito in quel giorno, nella chiesa del Villaggio Betania e nella piazza antistante, varie realtà umanitarie presenti nel territorio albanese, che il Santo Padre ha potuto incontrare e benedire. Un grande dono inaspettato da parte di Papa Francesco è stata una statua lignea del Santo protettore di Betania, Antonio da Padova.
  • RICONOSCIMENTI PUBBLICI

    In data 17/08/1999 il Dr. Marcello Spatafora, allora Ambasciatore d’Italia in Albania, ringrazia la Presidente dell’Associazione con lettera autografa, nella quale esprime vivo apprezzamento per l’Opera iniziata in favore del Paese.
    In data 01/12/1999 il Prefetto di Kukes invia un ringraziamento scritto per l’aiuto dato all’ospedale di Krume attraverso la fornitura di attrezzature e apparecchiature e per il sostegno a famiglie indigenti della zona.
    In data 21/03/2000 il Comune di Bubq conferisce la cittadinanza onoraria alla Presidente dell’Associazione.
    In data 02/04/2004, l’Arcivescovo di Tirana e Durazzo, Mons. Rrok Mirdita, riconosce l’Associazione Betania ONLUS con sede in ltalia a Bosco di Zevio-Corte S. Spirito 1, operante in Albania a Bubq – Fushe-Kruje, nel territorio di questa Diocesi, come associazione pubblica di fedeli per un fine di carita’, a norma del canone 215 del Codice di Diritto Canonico.
    Il 14/06/2005 l’allora Presidente della Repubblica Albanese, Alfred Moisiu, conferisce alla Fondatrice la medaglia di riconoscenza “… in segno di ringraziamento per la dedizione e l’amore con i quali ha aiutato ed aiuta i bambini bisognosi d’Albania…”.
  • AIUTI AL TERRITORIO

    Oltre all’accoglienza dei bambini, la presenza di Betania sul territorio ha permesso di individuare i primi bisogni concreti della popolazione e di effettuare i primi interventi urgenti di carattere sociale, molti dei quali continuano tutt’oggi, in base alle richieste:
    • Distribuzione di generi alimentari alle famiglie bisognose;
    • Ristrutturazione di alcune scuole con fornitura di banchi, attrezzature scolastiche e cancelleria;
    • Ristrutturazione della stazione di Polizia di Durazzo con fornitura di arredi;
    • Completamento degli acquedotti di Bubq e Murrine;
    • Sistemazione delle strade di alcuni villaggi;
    • Aiuti ai reparti di maternità di alcuni ospedali con forniture di camici per medici, vestiti per neonati, ecografo, incubatrici, culle termiche e medicinali;
    • Aiuti agli sfollati provenienti dal Kosovo a causa della guerra con allestimento di cucina da campo e fornitura di 150 pasti quotidiani, oltre a vestiario e coperte;
    • Aiuti agli alluvionati con alimenti e coperte;
    • Sostegno ad alcuni Istituti Carcerari con prodotti alimentari, igienici, vestiario, attrezzatura varia, ventilatori e televisori.
  • LA DISTRIBUZIONE ALLE FAMIGLIE BISOGNOSE

    Uno dei servizi strutturati offerti dalla comunità di Bubq è la distribuzione di aiuti alle famiglie bisognose che si presentano al Villaggio esponendo le proprie necessità:
    • Giornalmente una volontaria provvede ad accogliere le persone; Le richieste possono essere presentate solo una volta al mese.
    •  La volontaria compila una scheda in base ai documenti forniti dal Comune di appartenenza, dove è indicato che la famiglia non riceve alcun aiuto: viene precisata la residenza, la composizione del nucleo famigliare ed i bisogni espressi. Viene fissata la data per l’appuntamento successivo.
    • Da questi dati, viene preparato un sacco contenente tutto quanto è possibile: di norma si tratta di prodotti alimentari, vestiario suddiviso per taglia.
    • A volte per richieste particolari, quali materassi, mobili, carrozzine per invalidi ecc, viene informata la Sede in Italia che provvede all’invio appena possibile. La distribuzione per questi casi, avviene due o tre volte l’anno, secondo una lista numerata.
  • PONTE PER LA VITA

    La comunità riceve richieste di aiuto da parte di ammalati che sperano di essere curati in Italia, essendo gli ospedali albanesi molto arretrati; i singoli casi vengono valutati grazie alla collaborazione con le Regioni che mettono a disposizione un servizio di aiuti umanitari in favore di cittadini nei Paesi in via di sviluppo, affetti da malattie non curabili nella loro nazione. Se il caso rientra in questi parametri, le persone sia adulti che bambini, vengono ospitati nelle strutture di accoglienza in Italia e curati negli ospedali italiani.